Motivazione al Premio Vallesenio 2011 alla Silloge:
L’IPOTESI CHE SIAMO Questo titolo da il segno del fare poesia per Vettorello: la ricerca dell’invisibile in ogni accadimento, in ogni dramma; mescolando sapientemente immaginazione ed ipotesi attraverso collegamenti analogici, l’ordinario diviene un soggetto speciale che trascende il reale. La sua passione che traspare nel ricordo e trasfigura il vissuto, coinvolge il lettore con l’utilizzo di una musicalità del verso e di un’espressività della parola frutto di grande perizia. Ne derivano liriche che sanno farci sprofondare e poi dispiegare le ali, ci fanno commuovere e poi sognare in una ridda di emozioni che diventano un canto dell’anima. Sono liriche ove gli elementi simbolici e figurativi si compenetrano armoniosamente aderendo perfettamente al progetto poetico di un uomo al quale nulla passa inosservato perché possiede la felice capacità di guardare oltre il visibile. Motivazione del Primo Premio al Violetta di Soragna al Libro Edito di Poesie: L’IPOTESI CHE SIAMO Il Presidente di Giuria: Arturo BERTONI Mediante il sapiente utilizzo di un endecasillabo, impreziosito dalle armoniche assonanze delle rime interne, per non parlare delle altre che come sprazzi di incanto illuminano il verso, ha raggiunto quello che a mio avviso costituisce in assoluto l’obiettivo primario di un poeta, che è quello di far sprigionare dai versi la musica delle cose. Tutto ciò, incanalato in una versificazione corredata di fluidità e di scioltezza, dove le immagini scorrono nitide ed attuali sul calendario che segna quel giorno “che trascorre e corre a precipizio al suo finire….quando il cuore non vuole ancora.” Ma soffermiamoci ancora per un attimo su questo magico endecasillabo direi da manuale per chi voglia avventurarsi nel mirabolante e fascinoso mondo dell’ars poetandi, che rappresenta in più significativo cut-off per distinguere senza ombra di dubbio in modo netto e tranciante, quella che alcuni definiscono prosa, da quella che altri chiamano poesia, endecasillabo che nella storia della nostra letteratura è l’autografo dei nostri più grandi poeti da Dante a Foscolo per non citare Carducci. In tutti questi versi prorompenti, che sarebbe oltremodo riduttivo e penalizzante chiamare silloge, esplode ed allo stesso tempo implode una passione struggente per la vita. In un certo qual modo il poeta sa interpretare con il suo verso i sentimenti comuni, in modo non comune anche per il mondo della poesia, sentimenti che per la gente comune restano sensazioni, mentre in lui, novello Mida, divengono qualcosa d’altro, decantati, trasformati, dal magico ed incantato filtro aurato della poesia. Arturo Bertoni |
MOTIVAZIONE 1° PREMIO SEZIONE LIBRO EDITO DI POESIA
Rodolfo VETTORELLO : L’IPOTESI CHE SIAMO Della valenza poetica di Rodolfo Vettorello si è già parlato, scritto, esaminato in molteplici occasioni, fino ad arrivare alla consecuzione e assegnazione di numerosissimi premi. Noi qui vorremmo svolgere una disamina della sua opera in modo un po’ nuovo e moderno: esaminarla cioè dal punto di vista ANALITICO, non immuni da caparbietà espressiva ed IMMODESTIA. A tal proposito osserviamo che i termini più ricorrenti nei suoi MODULI COMUNICATIVI sono: Silenzio e Paradiso. Lucida affermazione di Silenzio per PENSARE, in umanissima solitudine, nel tentativo di SCANDAGLIARE la parte nostra più profonda ed oscura prefiggendosi di approdare alle MOTIVAZIONI che sono guida ai nostri PASSI ed atti CREATIVI. La NUMEROSITA’ delle immagini INCONSCE, che si evidenzia è però tale da richiedere che l’IO INDIVIDUALE si accosti ad esse con umiltà e prudente attenzione. Molteplici infatti sono le rappresentazioni che informano la nostra realtà psichica e che governano il gioco segreto del nostro fare, del nostro pensare d’essere, del nostro riflettere e infine del nostro scrivere. La Natura IMMAGINATIVA della PSICHE e il suo potere sul DETTATO delle nostre emozioni e dei nostri complessi attiva l’UMANA ATTENZIONE ANALITICA. E le liriche di Rodolfo Vettorello sono pregnanti di profonda indagine analitica verso il proprio IO CREATIVO e l’umanità tutta. Il PARADISO in seconda istanza, così spesso reiterato in un potente slancio esistenziale è la nostra ricerca dell’INVISIBILE (vedi “una piccola casa, una finestra sola ed una porta stretta per entrare: un cubo vuoto e dentro chiuso un poco di INFINITO”) ambizione ultima, ardente aspirazione a cui il poeta vorrebbe APPRODARE e CONOSCERE, audacemente ma meritatamente. Queste ultime considerazioni ci riportano alla mente la bellissima e fortemente realistica chiusa della poesia “Sono una creatura” di Ungaretti. Scendendo poi in TRAME particolari e opera di TRATTEGGIO, si rilevano in questa scrittura ridondante di PASSIONE grande chiarezza espositiva e piena ricchezza di VOCABOLARIO, fino a scendere ai minimi particolari, uno svolgimento DIACRONICO della silloge, tanto da poterle attribuire la configurazione di LIBRO-DIARIO. Da sottolineare inoltre il seducente andamento musicale, che si muove con destrezza massima tra gli ADAGI ALBINONIANI, i più frequenti, soffuse melanconie (vedi CHOPIN), gli arroventati tacchi di un FLAMENCO e da cui deriva l’ARMONIA poetica che caratterizza il verso. Ricordiamo pertinentemente il Verlaine dell’ART POETIQUE: “Musica prima di ogni altra cosa…” Per esaltare e disegnare ancora di più quello che è stato appena delineato: la scelta metrica è quella dell’Endecasillabo, l’archetipo, ( a sostegno dell’umana eredità del subconscio collettivo junghiano), più armonioso e vario della poesia italiana. Menzioniamo con particolare attrazione il valore di bellissime CHIUSE che esprimono a volte Energia Vitale forte come una SENTENZA (“ amare di noi quello che adesso è come allora: il nostro paradiso, l’ipotesi che siamo, il cielo stesso”, “Mi resta il luccicare delle stelle, come di luci dentro i cimiteri., o intrise di soffusa morbida malinconia: “Bianca una piuma, come morta al suolo, a un alito di vento s’alza in volo.” (Pascoliana) “Il Luna Park della nostra vita è vuoto, si abbassano le luci sulla scena, la musica si spegne piano piano:” Per l’opera di questo nobilissimo autore, per cui la Poesia è vocazione, rifugio, esigenza psico-fisica, premio della Sua vita elaboreremmo un altro, a parer nostro, centrato binomio-valenza: “LIBRO-PARABOLA” per la significanza intensa dei suoi messaggi innumerevoli. Clara Masetti Candida |