Nazario PARDINI del Premio “Il Portone” di Pisa
Motivazione alla Raccolta Poetica Edita CONTRO IL TEMPO IL TEMPO CONTRO.
Poesia compatta, chiara, lineare, di grande intensità emotiva, quella di Vettorello. C’è tutto il patema esistenziale racchiuso in versi di levatura neoclassica, ove l’endecasillabo la fa da padrone con la sua contaminante musicalità e con la sua energia significante. Un endecasillabo trattato in tutte le sue varianti, con interruzioni e punti fermi a metà verso, ma pur sempre pienamente attualizzato, anche, con arguzia e sensibilità di un autore che, del terzo millennio sta vivendo e respirando le tante tensioni secolari e che sta dimostrando tutto il suo valore in campo letterario.
Ed il verso assume una grande valenza in questa plaquette zeppa di slanci iperbolici e di figure tecnico-allusive impiegate con suadente maestria. Assume anche una funzione di contenimento e di controllo a che l’anima non ecceda in eccessive effusioni. Una efficace combinazione, quindi, fra dire e sentire, fra subbugli emotivi e significanti metrici. Tante le occasioni poetiche: il reale con tutta la sua invadenza,il panismo allusivo, il memoriale, la coscienza della caducità della vicissitudine umana. E soprattutto un simbolismo autentico che costituisce il leit motiv del poema e con il quale l’uomo Vettorello concretizza il suo esistere in tanti giochi naturali: in un girasole, in una candela, in fascine di canapa, nel vento che modifica le dune o nell’albero del brolo. Il memoriale assume un ruolo di particolare importanza sulla resa lirica della silloge. Un memoriale che si risolve in una trama di nuova linfa. Ed è lì che si rifugia spesso l’autore non con pecche di passatismo, ma con l’intenzione di rivitalizzare fatti ed accadimenti che si facciano nuova vita, filosofia del tempus fugit, momenti di vera attualizzazione temporale e poetica:
Se ci sarà memoria è forse solo/ per quel mattino della fine maggio/ che si è piantato un albero nel brolo.
Motivazione alla Raccolta Poetica Edita CONTRO IL TEMPO IL TEMPO CONTRO.
Poesia compatta, chiara, lineare, di grande intensità emotiva, quella di Vettorello. C’è tutto il patema esistenziale racchiuso in versi di levatura neoclassica, ove l’endecasillabo la fa da padrone con la sua contaminante musicalità e con la sua energia significante. Un endecasillabo trattato in tutte le sue varianti, con interruzioni e punti fermi a metà verso, ma pur sempre pienamente attualizzato, anche, con arguzia e sensibilità di un autore che, del terzo millennio sta vivendo e respirando le tante tensioni secolari e che sta dimostrando tutto il suo valore in campo letterario.
Ed il verso assume una grande valenza in questa plaquette zeppa di slanci iperbolici e di figure tecnico-allusive impiegate con suadente maestria. Assume anche una funzione di contenimento e di controllo a che l’anima non ecceda in eccessive effusioni. Una efficace combinazione, quindi, fra dire e sentire, fra subbugli emotivi e significanti metrici. Tante le occasioni poetiche: il reale con tutta la sua invadenza,il panismo allusivo, il memoriale, la coscienza della caducità della vicissitudine umana. E soprattutto un simbolismo autentico che costituisce il leit motiv del poema e con il quale l’uomo Vettorello concretizza il suo esistere in tanti giochi naturali: in un girasole, in una candela, in fascine di canapa, nel vento che modifica le dune o nell’albero del brolo. Il memoriale assume un ruolo di particolare importanza sulla resa lirica della silloge. Un memoriale che si risolve in una trama di nuova linfa. Ed è lì che si rifugia spesso l’autore non con pecche di passatismo, ma con l’intenzione di rivitalizzare fatti ed accadimenti che si facciano nuova vita, filosofia del tempus fugit, momenti di vera attualizzazione temporale e poetica:
Se ci sarà memoria è forse solo/ per quel mattino della fine maggio/ che si è piantato un albero nel brolo.