Italo BONASSI del Premio “Basilio
Beltrami” di Trento
Motivazione alla poesia IL TEMPO DEI CILIEGI
Una poesia dal forte timbro classico, basata principalmente sul principe dei versi, l’endecasillabo, più tre pentasillabi, che conferiscono un maggior vigore ritmico, il che apporta all’insieme una musicalità che solo i versi disparisillabi sanno dare. Una premessa, questa, puramente tecnica, ma necessaria perché nel giudicare una poesia, oltre al contenuto, all’originalità del tema, alla freschezza e purezza delle immagini, si tiene conto anche dello stile e della tecnica, ossia della metrica, del ritmo, della musicalità che distingue la poesia dalla prosa. Il tema di questa poesia è quello della fralezza della vita che passa come passano nel cielo le rondini e dal tempo delle ciliegie e dei radicchi di prato si arriva fatalmente dove arrivano le nuvole che il sole al tramonto colora di rosso. Resta così la paura di vivere, che può essere più forte di quella di morire e lo sconforto a volte ci fa desiderare di essere un sasso che rotola giù a valle e lì ferma la sua corsa. O come una lastra di pietra nel rigido disegno di un selciato ma non nel mezzo, a lato, quasi come per sfuggire in parte alla soffocante rigidità della pietra.
Motivazione alla poesia IL TEMPO DEI CILIEGI
Una poesia dal forte timbro classico, basata principalmente sul principe dei versi, l’endecasillabo, più tre pentasillabi, che conferiscono un maggior vigore ritmico, il che apporta all’insieme una musicalità che solo i versi disparisillabi sanno dare. Una premessa, questa, puramente tecnica, ma necessaria perché nel giudicare una poesia, oltre al contenuto, all’originalità del tema, alla freschezza e purezza delle immagini, si tiene conto anche dello stile e della tecnica, ossia della metrica, del ritmo, della musicalità che distingue la poesia dalla prosa. Il tema di questa poesia è quello della fralezza della vita che passa come passano nel cielo le rondini e dal tempo delle ciliegie e dei radicchi di prato si arriva fatalmente dove arrivano le nuvole che il sole al tramonto colora di rosso. Resta così la paura di vivere, che può essere più forte di quella di morire e lo sconforto a volte ci fa desiderare di essere un sasso che rotola giù a valle e lì ferma la sua corsa. O come una lastra di pietra nel rigido disegno di un selciato ma non nel mezzo, a lato, quasi come per sfuggire in parte alla soffocante rigidità della pietra.